Ecografia 3D e 4D

L’ecografia in 3D viene utilizzata in ostetricia e ginecologia per migliorare la capacità diagnostica dell’ecografia tradizionale. In ostetricia non aggiunge molto all’ecografia bidimensionale se non nello studio delle strutture del volto, nella colonna vertebrale, nel piede torto, del cuore ed, infine, nel baby facing, cioè la ricostruzione del volto del bambino. Ogni donna è impaziente di vedere il volto del proprio bambino e questo è un sistema con il quale si può anticipare questo momento che solitamente si verifica al momento del parto.

La maggior parte delle donne non sa, però, che l’ecografia in 3D ha un ampio utilizzo in campo ginecologico per diagnosticare e valutare diverse malformazioni congenite uterine: utero setto, utero unicorne, bicorne, utero doppio, utero a sella e così via. La tecnica è utile anche per la diagnosi di fibromi, polipi endometriali ed infine per lo studio della pervietà tubarica in caso la si debba valutare in una condizione di infertilità.

L’ecografia è di per se una tecnica indolore e che non causa disconfort alle pazienti. Il momento ideale per sottoporsi all’esame varia in base all’indicazione, cioè al motivo per il quale viene richiesto l’esame. Quindi al di là di poter vedere il volto del bambino , condizione importante soprattutto a livello emozionale, l’ecografia tridimensionale presenta un vasto campo di applicazione a livello diagnostico risparmiando alle pazienti esami maggiormente invasivi come isteroscopie, laparoscopie diagnostiche ed isterosalpingografie.

Un’evoluzione ulteriore dell’ecografia tridimensionale è quella 4D in cui all’ecografia tridimensionale si aggiunge una quarta dimensione: il movimento, trova per ora il suo impiego in ostetricia. Il periodo migliore per sottoporsi a questa valutazione è tra la ventitreesima e la ventottesima settimana di gestazione, periodo in cui il bambino è sufficientemente grande ma non tanto da occupare completamente la cavità uterina.