Nell’approccio alla menopausa ci si pone spesso come di fronte ad una condizione di malattia, che manifesta sintomi precisi da trattare, piuttosto che come una fase di evoluzione e cambiamento a cui bisogna gradualmente adattarsi. La menopausa non è un’esperienza vissuta allo stesso modo da tutte le donne. Il contesto sociale e culturale in cui essa si manifesta e, in senso più lato, l’ambiente nel quale la donna vive rivestono un ruolo importante nel modularne gli effetti; per molte donne non rappresenta un’esperienza traumatica e spesso decorre senza gravi disturbi. Con il termine menopausa si indica la scomparsa del ciclo mestruale in modo permanente.
In condizioni fisiologiche è causata dalla cessazione di attività dell’ovaio ma può essere anche un fenomeno non fisiologico conseguenza di:
- un intervento chirurgico
- trattamenti antitumorali
- agenti infettivi
- agenti chimici
- malattie metaboliche
- difetti enzimatici
- meccanismi autoimmuni che coinvolgono spesso surrene e tiroide, oltre che l’ovaio.
Viene dichiarata dopo 6 mesi consecutivi di amenorrea non imputabili a nessun’ altra evidente causa patologica o fisiologica. L’età media della menopausa fisiologica si aggira intorno ai 50 anni ed è in gran parte predeterminata geneticamente anche se altri fattori possono condizionarne l’epoca della comparsa.
- Fattori ereditari: le figlie tendono a manifestarla alla stessa età delle proprie madri
- Fattori etnici: le donne africane entrano in menopausa prima e le asiatiche dopo rispetto alle donne europee, la cui età media è di circa 50 anni.
- Fattori comportamentali: l’abitudine al fumo anticipa da uno a tre anni l’età della menopausa perché esercita un effetto tossico sull’ovaio, distruggendo una rilevante quota di follicoli;
- Pubertà tardiva e gravidanze tendono a ritardarla, così come forse l’uso della contraccezione ormonale, che può procrastinarla da 1 a 3 anni, per via della sua azione di blocco della crescita dei follicoli
Il periodo di transizione dall’ età fertile, definito come perimenopausa, può durare da qualche mese a diversi anni ed insieme alle irregolarità mestruali possono manifestarsi altri sintomi tra cui vampate di calore, sudorazione, insonnia, sbalzi di umore, secchezza vaginale, infezioni urinarie, tutti dovuti ad una diminuzione degli ormoni femminili. La produzione di ormoni maschili, anch’ essi prodotti dalle ovaie resta invece per un certo periodo inalterata e può causare un leggero aumento della peluria, la comparsa di pelle grassa e l’accumulo di adipe a livello addominale. Con il passare degli anni, si osserva una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari, la possibile comparsa di osteoporosi, un indebolimento delle capacità cognitive, ridotta elasticità e secchezza della pelle.
Questo corteo di sintomi non si manifesta in modo univoco e con la stessa intensità in tutte le donne, senza contare l’approccio psicologico con cui si affronta il passaggio alla menopausa.
Il rischio di depressione è anche aumentato da diversi fattori che non sono legati alla menopausa di per sé ma piuttosto all’occorrenza di eventi stressanti che si manifestano con maggior frequenza in questa età della vita, come, ad esempio, la perdita di persone care, l’invecchiamento dei genitori, l’abbandono della casa da parte dei figli, la fine dell’attività lavorativa.
La necessità di un intervento medico per i sintomi precoci della menopausa è limitata ad un numero relativamente ristretto di soggetti.
SINTOMATOLOGIA
Vampate
Le vampate sono il sintomo che maggiormente caratterizza la menopausa: per vampata si intende una sensazione soggettiva di calore improvvisa, transitoria, diffusa a livello del torace, viso, testa, accompagnata da arrossamento cutaneo e sudorazione. Sono causate da una disregolazione del centro termoregolatore che alterna in rapida successione vasodilatazione e vasocostrizione. Il numero di vampate giornaliere è variabile da donna a donna.
Irritabilità-Insonnia-Depressione-Disturbi alimentari
Problemi legati al sonno, alla stanchezza, all’ irritabilità: certamente in alcuni casi questi sintomi sono correlati ed è difficile attribuirne la causa esclusivamente ai cambiamenti ormonali. Quando ci si sveglia di notte, per esempio, per andare in bagno oppure per una vampata, risulta difficoltoso addormentarsi di nuovo; non necessariamente è colpa delle modificazioni ormonali. Anche gli stati di depressione ed irritabilità aumentano in menopausa. Questo accade perché la carenza di estrogeni dopo la menopausa accelera l’invecchiamento cerebrale e la vulnerabilità psichica: in questo modo, le funzioni che regolano il generale senso di benessere tendono progressivamente ad impoverirsi. Si consiglia in questi casi un percorso psico-terapeutico. Oltre all’effetto sullo stato psicologico, la menopausa può portare indebolimento della memoria e difficoltà di concentrazione.
Osteoporosi: l’osso non è una struttura statica ma sottoposta continuamente a processi di rimodellamento. Intorno ai trenta anni si raggiunge il picco massimo di solidità dello scheletro per poi averne un progressivo indebolimento che nelle donne subisce un’accelerazione durante la menopausa. La deficienza di estrogeni in menopausa è certamente una causa importante di perdita di osso che inizia già in epoca perimenopausale La diagnosi si avvale di esami diagnostici specifici, quali ad esempio la speciale radiografia chiamata Dexa-Scan che misura e mappa sul corpo la densità minerale ossea. Qualora si soffra di osteoporosi, la quantità ideale di calcio è di almeno 1000 mg al giorno, oltre ad un’integrazione buone fonti di calcio sono i derivati del latte (yogurt, formaggi, prediligendo le tipologie magre per non aumentare il colesterolo), albicocche, frutta secca come fichi, noci, mandorle e semi di sesamo, verdure a foglia verde (broccoli e cavoli), sardine e salmone.
Malattie cardio-vascolari: dalla menopausa la frequenza di malattie cardiovascolari aumenta progressivamente nella donna fino a raggiungere un’incidenza simile a quella degli uomini. La prevenzione migliore per questo tipo di problematiche risulta l’acquisizione di corrette abitudini di vita. L’aterosclerosi è caratterizzata da depositi di grassi ed altre particelle sulle pareti arteriose: si crea un ostacolo al passaggio del sangue e a volte la completa occlusione del vaso. Se questo avviene a livello delle arterie coronarie (quelle che riforniscono il cuore di ossigeno) può svilupparsi una angina pectoris o un vero e proprio infarto; se l’occlusone invece si verifica nei vasi che portano il sangue al cervello, si verifica un ictus. La menopausa è uno dei tanti fattori di rischio di aterosclerosi; familiarità, età, fumo, ipertensione arteriosa, alti valori di colesterolo e trigliceridi nel sangue, sovrappeso, diabete, vita sedentaria e uso eccessivo di alcool sono gli altri fattori più comuni.
Cute e giunzioni articolari
A causa della carenza di estrogeni il derma si trova a disporre di meno collagene, perde di elasticità, quindi la pelle in menopausa tende a diventare secca e sottile. Va notato che la comparsa delle rughe non sembra correlata soltanto con questo fenomeno, ma con l’avanzare dell’età. Alla scarsità di collagene potrebbero essere ricondotti anche i dolori ossei e articolari, che compaiono dopo la menopausa, e certamente le alterazioni a livello dei tessuti genitali.
Alcuni fra i principali effetti di questo processo sono:
- Bruciore, secchezza, arrossamento vaginale e vulvare
- Artralgie (dolori delle articolazioni e tessuti circostanti)
- Atrofia e retrazione gengivale
- Riduzione dell’osso alveolare
- Perdita elasticita’ della cute
- Secchezza della lingua e del cavo orale
- Occhi secchi e arrossati (cheratocongiuntiviti)
Con l’esercizio fisico è possibile contrastare le conseguenze della perdita del collagene: stretching, yoga e pilates sono un toccasana per muscoli e articolazioni.
Forma fisica
In concomitanza con il periodo menopausale si verificano modificazioni della forma fisica con un aumento di peso distribuito prevalentemente a livello addominale ed una riduzione della massa magra a favore di quella grassa. La caduta degli estrogeni rallenta il metabolismo basale e rende più difficoltoso lo smaltimento delle calorie introdotte che si depositano più facilmente e rischiano di far aumentare i livelli circolanti di colesterolo e glucosio.
Disturbi urogenitali
A livello delle vie urinarie, durante la menopausa possono svilupparsi stati di sofferenza con frequenti episodi infettivi od infiammatori (cistiti) oppure con prolasso della vescica, che si manifesta con dolore, fastidio e senso di pesantezza al basso ventre e può richiedere un intervento chirurgico. Il tessuto vescicale tende a cambiare con l’età, rendendo alcune donne suscettibili di perdite involontarie di urina o di disturbi legati all’urgenza, con un profondo impatto sulla qualità della vita. Il disturbo viene denominato incontinenza urinaria: le perdite si verificano in condizione di sforzo improvviso (ad esempio uno starnuto, una forte risata, colpi di tosse); nei casi più gravi si possono verificare anche semplicemente alzandosi o camminando. Anche la cosiddetta vescica iperattiva può essere presente con una urgenza ad andare ad urinare molto frequentemente. L’incontinenza in questi casi è dovuta soprattutto all’indebolimento dei muscoli pelvici: per prevenirla si possono fare appositi esercizi, con movimenti molto semplici, che si possono svolgere in pochi minuti.
Sessualità
Una vita sessuale soddisfacente è fondamentale a qualunque età per una buona qualità di vita ed il benessere della coppia. La caduta degli ormoni sessuali femminili e maschili che si verifica in menopausa comporta sia una progressiva involuzione degli organi genitali che reagiscono in modo meno adeguato alla stimolazione sessuale, sia un minor desiderio cerebrale per l’attività sessuale. Possono associarsi sintomi molto fastidiosi come bruciore e pruriti fino a gravi forme di malessere. Durante la stimolazione sessuale, la sensibilità degli organi genitali si riduce e può venire a mancare la lubrificazione: in questi casi il rapporto sessuale è doloroso e causa un difficile raggiungimento dell’orgasmo. La sessualità ha però anche una componente psicologica che risente di: modificazioni dell’autostima, modificazione della forma corporea, interventi chirurgici sui genitali esterni ed interni, forme tumorali, dolore per la perdita di cari, difficoltà relazionali sociali (pensionamenti, divorzi, vedovanze, emancipazione dei figli). In questa fase della vita va considerata la ricerca di una nuova complicità, una sessualità fatta di preliminari e di pazienza.
TERAPIA
La terapia ormonale sostitutiva ( Estrogeni e Progesterone ) è in grado di migliorare tutto il corteo di sintomi menopausali nella maggior parte delle donne e può avere un effetto favorevole su quelli tardivi come l’ osteoporosi, tuttavia può anche comportare una serie di effetti collaterali: peggioramento del tono dell’umore (prevalentemente legato alla componente progestinica), ritenzione idrica (prevalentemente legato alla componente estrogenica), gonfiore addominale, tensione mammaria, perdite ematiche similmestruali, che possono rendere il trattamento meno accettabile.
La terapia ormonale sostitutiva non va somministrata in donne con pregresso carcinoma della mammella o dell’endometrio, con una familiarità per tumore della mammella, per gravi epatopatie e pregresse patologie vascolari.
In generale, la terapia ormonale sostitutiva deve essere somministrata con cautela nelle donne che presentano una o più delle seguenti caratteristiche: storia familiare di tumore mammario, precedenti biopsie per patologia mammaria benigna, abbondante consumo di alcool, fumo di sigaretta, presenza di obesità addominale, quadro ormonale caratterizzato da alti livelli di androgeni.
La terapia ormonale sostitutiva va somministrata alle minime dosi efficaci, per il minor tempo possibile alle donne con disturbi immediati della menopausa (vampate, secchezza vaginale). Non è indicata per la prevenzione dei disturbi cardio-circolatori ma lo è per l’osteoporosi.
Vi sono molte proposte terapeutiche non farmacologiche alternative agli ormoni, dall’agopuntura, alla magnetoterapia, alla reflessologia, all’omeopatia.
Tutte possono avere favorevoli effetti sui disturbi della menopausa, ma per nessuna è stata dimostrata una reale efficacia. Un ruolo sicuramente importante nel campo delle terapie alternative è rappresentato dai principi attivi presenti nelle piante (fitofarmaci), che possono essere assunti con la dieta o come estratti (integratori alimentari).
Un atteggiamento personale di consapevolezza del significato e della provvisorietà dei disturbi neurovegetativi li rende più facilmente superabili. Un ambiente familiare e sociale favorevoli ed un colloquio rassicurante con il proprio medico possono essere di aiuto.
- Ridurre alcool, fumo, caffè, cibi grassi.
- Supporto di vit.D
- Adeguato apporto di fibre.
- Attività fisica quotidiana.
- Mantenere sotto controllo il peso corporeo
Se, nonostante questi accorgimenti, si mantenga una persistenza di vampate di calore e sudorazioni particolarmente accentuata si può ricorrere all’uso di sostanze naturali tranquillanti, come la valeriana, mentre è sconsigliabile l’utilizzo di psicofarmaci, se non per brevissimi periodi. Farmaci omeopatici specifici contro le vampate si possono rivelare utili in alcuni casi. Un prodotto molto interessante è rappresentato dalla melatonina, una sostanza naturale che regola il ritmo sonno-veglia.
I CONSIGLI DELLA GINECOLOGA
Durante il periodo menopausale si raccomanda, in sintesi:
- riduzione di fumo, caffè ed alcolici
- attività fisica
- corretto stile alimentare
- controllo ginecologico annuale – pap-test – ecografia ginecologica
- controllo colesterolo e glicemia
- mammografia – visita ed ecografia senologica
- monitoraggio pressorio
- moc-dexa
- sostegno psicologico qualora se ne ravveda la necessità
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