I fibromi uterini sono delle formazioni benigne di tessuto muscolo-connettivale che si sviluppano principalmente in donne fertili. L’ISS riporta una prevalenza di circa il 30% ma dopo i 50 anni questa percentuale sembra salire anche fino al 70%.
La causa dei fibromi non è conosciuta ma si pensa che si tratti di tessuti che rispondono in maniera alterata alla stimolazione ormonale.
Non sembra esserci una componente ereditaria ma sicuramente è presente una predisposizione famigliare.
Alcuni fattori predispongono all’insorgenza:
- il fatto di non aver avuto figli
- il menarca precoce
- l’etnia africana
- l’obesità
- l’ipertensione arteriosa
- il diabete
- la polimenorrea.
La diagnosi di fibroma viene fatta attraverso la visita e l’ecografia pelvica mediante le quali è possibile individuare la formazione e dove è localizzata; esistono infatti tre tipi di fibromi: sottosierosi, sottomucosi e intramurali classificati in base alla loro localizzazione nella struttura dell’utero.
Quando conosciamo le dimensioni e la posizione è più semplice inquadrare la sintomatologia che può essere molto variabile, in modo da impostare una terapia.
I sintomi possono essere:
- Dolori durante i rapporti sessuali:
- Sanguinamenti
- Anemia
- Sanguinamenti tra un ciclo ed il successivo
- Mal di schiena
- Infertilità
- Urgenza nell’urinare
- Problemi ostetrici
I fibromi non necessitano sempre di terapia: quando sono di piccole dimensioni (2/3 cm) e non causano sintomi possono anche essere tenuti sotto controllo nel tempo monitorandone la crescita che inesorabilmente, con l’arrivo della menopausa, nella maggior parte dei casi si blocca.
Qualora, invece, tendano a crescere oppure diano problemi di emorragie o dolori da compressione è necessario trattarli. Al momento abbiamo a disposizione sia terapie mediche che chirurgiche.
Raccomandazioni SIGO 2017
Istituto Superiore di Sanità